Perché iniziare dalla fine, perché questa signora oltre ad essere quasi totalmente sconosciuta sembra non essere stata gradita dagli amici di Lorenzo, o meglio, sembrava strano che un uomo di così tanta levatura si intrattenesse con una donna così grande, 32 anni. Perciò ci è simpatica. Ora, visto quel che scriveva in versi il Magnifico che le donne mature erano da considerarsi migliori di quelle giovani, per motivi che non starò qui a spiegare, mi sembra alquanto strano un giudizio così sprezzante nei confronti di Bartolomea che comunque era più giovane di Lui. Ma partiamo dall’inizio della storia, purtroppo devo dire che molti indizi fanno risalire la storia a quando la consorte di Lorenzo, Clarice, era in vita, probabilmente qualche mese prima della morte. Che Lorenzo non fosse stato un santo con la moglie si sa, ma per un certo periodo da quanto si può comprendere non fu sua intenzione rendere la posizione della moglie scomoda con un amante ufficiale, si divertiva come poteva e quando poteva, si può dire niente di impegnativo. Forse per questo la De Nasi non era ai primi posti delle simpatie degli amici di Lorenzo de Medici. Intendiamoci, di lei, la Bartolomea, non troverete notizia alcuna, non gli ha dedicato un verso a quanto ne sappiamo, non troverete una descrizione, né un quadro, insomma niente di niente. Eppure, vi assicuro che sto spulciando ogni libro, biografia, sue lettere per cercare di capire chi fosse questa sconosciuta. Moglie di Donato Benci madre di una figlia di cui Lorenzo diventerà tutore (tranquilli nata prima della tresca) si parla di Lei in termini non lusinghieri dallo stesso Guicciardini
L’ultimo amore suo, e che durò molti anni, fu in Bartolomea de’ Nasi, moglie di Donato Benci nella quale, benché non fussi formosa, ma maniera e gentile era in modo impaniato, che una vernata che lei stette in villa, partiva di Firenze a cinque o sei ore di notte in sulle poste con piú compagni e la andava a trovare, partendosene nondimeno a tale ora, che la mattina innanzi dí fusse in Firenze.
Si dice che gli amplessi erano alquanto rumorosi e che i due amici che sempre accompagnavano Lorenzo a tali incontri se ne lagnassero tanto che…
Della quale cosa dolendosi molto Luigi dalla Stufa ed el Butta de’ Medici che vi andavono in sua compagnia, lei accortasene gli messe tanto in disgrazia di Lorenzo, che per contentarla mandò Luigi imbasciadore al Soldano, ed el Butta al Gran turco. Cosa pazza a considerare che uno di tanta grandezza riputazione e prudenzia, di età di anni quaranta, fussi sí preso di una donna non bella e già piena di anni, che si conducessi a fare cose che sarebbono state disoneste a ogni fanciullo.
Forse ora non è più tanto simpatica.
Nello spulciar corrispondenze mi sono imbattuta in una lettera del 29 settembre del 1489 di Giovanni Cambi a Lorenzo in cui si parla del vero amore del Magnifico, i suoi cavalli, sul quale, come scriverò prima o poi, non bisognava mai e poi mai contestarne l’autorità in materia, ma torniamo a questa lettera. Cambi scrive che i cavalli erano in viaggio per San Piero in Grado in provincia di Pisa nelle nuove scuderie, cosa c’entra Bartolomea? Beh, niente direttamente ma la casa trasformata in scuderie era stata donata dal marito di Bartolomea a Lorenzo. Donato sapeva di essere cornuto? È mia convinzione che si sapesse e temo, anche se spero di sbagliarmi, che avesse “dato” la moglie proprio per avere dei tornaconti personali. Non avendo, per ora, altra evidenza scritta di un tale comportamento la mia è solo una congettura, ma non mi meraviglierebbe se un giorno si trovasse qualcosa a supporto di tale tesi.
Di Bartolomea non vi sono altre tracce, ma ancora cerco, vorrei essere smentita sulla mia tesi e sapere che almeno Lei l’avesse amato negli ultimi anni di vita del Magnifico, che non aveva da scrivere perché quell’amore maturo era tutto quello che aveva cercato, perché si va bene il platonico di madonna Lucrezia ma perché accontentarsi di immaginare se puoi avere?
Grande Eliana! Non conoscevo minimamente questo amore di Lorenzo, pensando che il Magnifico si fosse invaghito (in modo solo platonico, o anche fisico, ma questo non lo sapremo mai con certezza) solo di Lucrezia Donati. Ora questa tua ricerca mi apre nuovi punti di vista, anche perché… sono un Nasi. 😉